Il macramè

Il merletto italiano: il macramè

Storia affascinante quella del macramè, l'antico merletto italiano fatto con fili e nodi. Importato dalle colonie genovesi dai paesi turchi ottomani, i primi manufatti comparsi a Genova, risalgono al Medioevo. Il nome macramè deriva da "mahramatun", cioè fazzoletto e da "migramah" che in lingua araba significa frangia per guarnire. Dai due termini derivano anche: "mahrama" e "makrama", asciugamano ricamato o fazzoletto ricamato per il capo. Approdata in Liguria, la tecnica del macramè prende piede e diventa una vera e propria arte. Il macramè viene insegnato nei conventi e negli istituti religiosi. Le orfane imparano a realizzare questi manufatti per arricchire colletti, maniche di camicie e abiti, venduti a cardinali, vescovi e ai nobili di tutta Europa. Oggi si dice impropriamente macramè per indicare un pizzo o un ricamo, in realtà il macramè è il più antico e raffinato merletto italiano di guarnizione che realizzato con la tecnica di nodi e intrecci, ha dato il via a quella che è diventata una straordinaria tradizione artigianale, la produzione degli inimitabili asciugamani in lino, tipici proprio della Liguria, contraddistinti dalle caratteristiche frange lavorate.
pizzo macramè

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Il bricolage: la tecnica del macramè

bordo in macramè Se il bricolage e il fai da te sono attività che ti appassionano, devi imparare la tecnica del macramè. Puoi impreziosire biancheria e abbigliamento, oppure realizzare orecchini, ciondoli e manufatti inediti di bigiotteria. Il macramè è il tipico merletto italiano, realizzato grazie a un paziente e complesso lavoro di fili e nodi con canapa, cotone o altri materiali che puoi anche impreziosire con pietre e perline. Le tecniche, pur basandosi sullo stesso concetto, hanno differenti tipologie di nodi, grazie ai quali si ottengono diversi motivi, i cui nomi richiamano il loro luogo d'origine araba. Rebuce, ascaria, jasmine, nexma ecc. ecc. sono solo alcuni di questi che a loro volta hanno disegni di ispirazione diversa: rinascimento, bizantino, napoleone e via dicendo, in una serie illimitata di stili, per realizzare questi ricchi e raffinati merletti. Nonostante l'avvento dei "pizzi meccanici" il macramè non è replicabile, perciò rimane un'attività prettamente artigianale, ancor più preziosa. Motivo in più per imparare questa tecnica che in tutte le sue coniugazioni, tra nodi e motivi, è in grado di fornire merletti eleganti e di grande valore estetico per la casa e il tuo guardaroba.

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Il macramè: i principali tipi di nodi

Nodo Giuseppina macramè Per imparare la tecnica del merletto italiano più elegante e realizzare manufatti in macramè, è bene conoscere le tipologie di nodi più importanti, ciascuna adatta a realizzare trine, cordoncini, festoni o altri elementi che nell'insieme compongono l'opera. Ovviamente anche il filato fa differenza, il più utilizzato è il cotone perlato nelle varie finezze. Innanzitutto diciamo il macramè si basa sui ruoli dei fili da annodare gli uni sugli altri e che a seconda dei casi, diventano fili annodatori e fili portanodi. Tra i nodi per principianti c'è il nodo semplice che si esegue con il filo annodatore che si lega a quello portanodi. Ripetendo il nodo più volte si ottiene un festone. Anche il nodo cordoncino è tra i più utilizzati e può essere lavorato orizzontale, obliquo o verticale, per creare motivi a barretta. Questa tecnica consiste nell'annodare più fili su un filo portanodi. Il nodo piatto, nelle versioni mezzo nodo e alternato è utilizzato per realizzare trine, mentre altre applicazioni del nodo piatto, danno origine a spirali e torciglioni. Il macramè per esperti lo si lavora con il nodo Giuseppina a più gruppi di fili, per creare eleganti motivi arabeggianti.


Il macramè: storia di un merletto tipicamente italiano

Gioiello in micro macramè Fino alla fine dell'Ottocento il merletto italiano veniva prodotto principalmente a Genova e a Chiavari, dove una serie di microimprese e piccole attività, producevano il macramè che veniva venduto ai commercianti di biancheria. Purtroppo con l'avvento dei "pizzi meccanici" questo mercato entra in crisi. Nei primi del Novecento le "Industrie Femminili Italiane" in risposta al processo di industrializzazione dei merletti, recuperano con successo uno dei più importanti mestieri femminili, mentre a Roma nasce la "Società Antichi Mestieri" con lo scopo di portare all'estero la produzione del merletto italiano. La partecipazione a importanti esposizioni da parte della società, porta nuovamente in auge il macramé che verrà anche insegnato nelle scuole femminili. Le due guerre e successivamente gli anni Settanta, producono un ulteriore declino del merletto, ma grazie alle attività di promozione del patrimonio artistico e culturale di fine Novecento, riemergono le attività artigianali, da cui seguendo le evoluzioni artistiche e tecnologiche, il macramé troverà nuove applicazioni in campo artistico nella "fiber art" e nella moda con il micro macramé utilizzato per i merletti gioiello.


Macramè tradizionale e micro macramè

Tra i merletti, il macramè come tutte le tessiture, è una lavorazione che parte dalla scelta del tipo di filato e del suo spessore, in base ai quali è possibile realizzare una lavorazione a micro macramè o macramè tradizionale.

La differenza tra macramè di tradizione e micro macramè sta nell'evoluzione di questo merletto tipicamente italiano che partito come manufatto di guarnizione per la biancheria, si evolve in varie lavorazioni, fino ad arrivare al micro macramè per i merletti gioiello.

Con quest'ultima tecnica si possono eseguire creazioni fai da te, con fili di seta e pietre, per realizzare eleganti collane, ciondoli o orecchini sofisticati, ma anche bracciali e accessori per cinture.

Mentre la lavorazione del macramè tradizionale, eseguita con il cotone, la canapa o la lana, consente di ottenere bellissime frangie e trine per tende e asciugamani, comprese le frangie per le borse e l'abbigliamento.

La tecnica del macramè che si basa sull'uso di fili e nodi per produrre effetti merletto in stili diversi, può diventare la tua attività per il bricolage e se hai una buona manualità, con un po' di pazienza e dedizione, questa piacevole pratica può diventarti familiare.


Macramè romeno

Macramè romeno Il merletto romeno è un macramè unico nel suo genere, si distingue da tutti gli altri merletti per la spighetta realizzata con l’uncinetto che viene unita al resto dell'opera, con l'ausilio dell'ago. L'effetto finale è simile alla trina a Punto Rinascimento e al merletto a fuselli realizzato a fettuccia continua.

La differenza tra macramè italiano e macramè romeno sta quindi nella lavorazione interamente all'uncinetto, assemblata con ago e filo.

Questo bellissimo merletto è comparso attorno al 1800 in Europa centrale, in quegli anni i decori che andavano per la maggiore erano i merletti decorativi veneziani ad ago e la pratica del merletto romeno, a metà tra il macramè, la trina di Burano e i pizzi all'uncinetto, lo resero immediatamente celebre tra tutte le più nobili famiglie d'Europa.

Nato in Transilvania in periodo di dominio austroungarico, lo stile del macramè romeno si contamina con i diversi motivi e le differenti tecniche di merletto, secondo i gusti dell'epoca, distinguendosi da tutti gli altri con il nome Laseta, dal francese laccette.

Solo verso i primi del Novecento si cominciò a chiamarlo macramè all'uncinetto, da non confondere con il classico macramè fatto a nodi.



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