In base alla composizione del materiale fluorescente, le lampade emettono una luce più fredda oppure più calda. Le lampade fluorescenti hanno una durata media superiore, anche se questa è influenzata da quante volte si accendono e si spengono a ritmo continuo. Infatti queste sollecitazioni reiterate degli elettrodi li usurano maggiormente perché sono necessari più preriscaldamenti. Per ovviare a questo problema si può usare un pilotaggio elettronico: si tratta di un sistema di preriscaldo controllato degli elettrodi che ne allunga notevolmente la vita e consente un numero di accensioni quasi infinito. Tanto per fare un esempio, le lampade fluorescenti tubolari hanno una durata di 12.000-15.000 ore per cicli di accensione di 8 ore; con il pilotaggio elettronico si arriva addirittura alle 60.000 ore. Anche se consumano di meno rispetto alle lampade a incandescenza, quelle fluorescenti non si possono collegare direttamente alla rete e nel corso del tempo possono emettere una quantità leggermente inferiore di luce.
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Dato che le lampade fluorescenti contengono sia componenti riciclabili che una sostanza inquinante come il mercurio, una volta terminato il loro ciclo di vita vanno smaltite come rifiuti RAEE. Di conseguenza non possono essere buttate nel contenitore del vetro della raccolta differenziata. Al contrario, vanno riportate al rivenditore dove sono state acquistate oppure, se presente, consegnate al centro di riciclaggio della discarica comunale. Poiché il mercurio è fondamentale per il funzionamento delle lampade fluorescenti, questi sistemi di illuminazione sono stati esentati dalla Direttiva Comunitaria 2002/95/CE, con cui si vieta dal 2006 la vendita nell'Unione Europea di tutte le apparecchiature elettroniche ed elettriche con una componente di mercurio e di altre sostanze tossiche come il cromo e il piombo. L'esenzione vale solo se le lampade fluorescenti contengono meno di 5 mg di mercurio. Quindi è bene controllare bene le informative tecniche.
Le lampadine fluorescenti possono essere classificate in vario modo, ad esempio per codice di colore, diametro del tubo, materiale fluorescente usato o la stessa forma del tubo. In quest'ultima classificazione rivestono un ruolo molto importante le lampade fluorescenti compatte: si caratterizzano per il fatto che il tubo di vetro è leggermente sagomato e quindi concentrano in un piccolo volume la luminosità. Infatti il tubo viene lavorato perché si ripieghi più volte. Di conseguenza le lampade fluorescenti compatte sono molto meno ingombranti delle lampadine a incandescenza e consumano meno. Vengono definite con l'acronimo CFL (cioè Compact Fluorescent Lamp) e spesso hanno un alimentatore integrato: in questo caso sono chiamate CFLi e possono essere anche accese e spente ripetutamente senza problemi. Le lampade fluorescenti compatte possono avere un attacco E14 o uno E27 e possono essere collegate direttamente alla rete.
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