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Così come le superfici esterne scrostate e macchiate dai depositi di sale sono sgradevoli da vedere, altrettanto antiestetici sono gli ambienti interni caratterizzati dalla presenza di aloni, muffe e funghi. Ben più grave è il fatto che un muro attaccato dall'umidità è bagnato e freddo e, in più, favorisce le dispersioni termiche, con grandi quantità di calore perso, per il quale si è pagato e consumato combustibile. Il consolidamento è un intervento che ha l'obiettivo di risanare la situazione in modo definitivo e che va considerato anche come investimento necessario per ridurre i costi di gestione. Poiché occorre fermare il flusso di risalita dell'acqua, i sistemi tradizionalmente più utilizzati sono quelli che interpongono un ostacolo orizzontale all'interno della muratura. Si tratta di tipologie di intervento diverse, la cui scelta può compierla solo un tecnico esperto perchè dipende dal materiale di costruzione dei muri, dallo stato dell'edificio, dall'entità del danno, dalle condizioni in cui si opera.
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Il consolidamento può utilizzare una barriera chimica, soluzione indicata per murature intonacate in mattoni, pietra, sassi. Consiste nella realizzazione di una barriera idrorepellente o meglio, idrofobizzata, cioè impermeabile ma traspirante al vapore acqueo, continua nella muratura per tutto lo spessore. Si utilizzano in genere prodotti composti da resine idrorepellenti a base siliconica, emessi nella parete tramite iniezioni in diffusori, attraverso fori che vengono realizzati alla base della muratura. Viene così intercettata tutta la sezione di muro interessata, formando uno strato continuo che impedisce la risalita capillare. Il sistema funziona quando si riesce a creare una barriera idrorepellente per tutti i capillari. Prima dell'intervento di consolidamento di solito si consiglia di rimuovere l'intonaco dalla facciata prima di applicare la barriera chimica, in modo da poter intervenire direttamente sulla muratura e favorirne l'asciugatura. Saranno il produttore e l'operatore a fornire le indicazioni sul corretto utilizzo della miscela scelta.
Per realizzare il consolidamento edile con una barriera chimica il muro viene forato. Solitamente è richiesto che la muratura venga forata con un trapano a percussione con punta diamantata di diametro 12 oppure 30 mm in senso obliquo, con un'inclinazione di circa 5-10° dall'alto verso il basso, a 2/3 oppure a 4/5 dello spessore totale secondo il sistema utilizzato; i fori vanno distanziati di circa 20-25 cm. Si usano resine speciali per realizzare una barriera chimica, con formulazioni differenti secondo i produttori. Di frequente si tratta di resine siliconiche, che sono atossiche, restano stabili nel tempo e hanno bassa viscosità, cioè penetrano perfettamente nel materiale. Diluite in percentuale idonea e iniettate nella muratura, hanno la capacità di fare in modo che le gocce d'acqua assumano consistenza e non si diffondano nello spessore del muro. Per agire bene devono essere iniettate per lenta diffusione: solo così si ottiene la completa reticolazione del prodotto sulle pareti dei capillari del materiale.
A volte la presenza di crepe o lesioni nelle murature sono un segnale di cedimenti strutturali più profondi, che interessano le fondazioni stesse. In questo caso il risanamento edilizio non riguarda la muratura, ma deve intervenire direttamente sull'origine dei problemi, cioè il consolidamento del terreno di fondazione interessato dal cedimento. Questo tipo di intervento può essere oggi effettuato in maniera non invasiva e continuando a svolgere le normali attività all'interno dell'edificio grazie alle innovative resine espandenti. Questi materiali per risanare vengono iniettati direttamente nel terreno dove si espandono e aumentano il proprio volume grazie alla miscelazione dei due componenti: in questo modo si ottiene un conglomerato solido con una struttura molecolare a celle chiuse dalla notevole resistenza meccanica. Prima di adottare questa tecnologia è bene verificare la fattibilità dell’intervento, in quanto si tratta di una soluzione applicabile quando lo spessore del terreno cedevole è al di sotto del piano fondale.
I problemi che portano alla necessità di opere di consolidamento possono anche essere dovuti a dissesti statici e cedimenti delle fondazioni oppure sono legati all'esigenza di garantire la stabilità dell'edificio in caso di ampliamento o modifica delle strutture. La comparsa di cedimenti fondazionali modifica la ripartizione dei carichi e quindi compaiono fessurazioni verticali, movimenti o rotazioni relative. In questo caso si propongono come materiali per risanare nuove miscele consolidanti, grazie alle quali si può intervenire anche in terreni a bassa permeabilità. Si sfrutta, infatti, l’iniziale fluidità e la successiva forza espandente del prodotto chimico iniettato, definito resina a diffusione libera nel terreno. Così si risolvono notevoli problemi tecnici e di cantiere e il consolidamento può essere messo a punto con buoni risultati anche in terreni dove non vi sono condizioni ottimali di intervento.
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