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Esistono moltissime varietà di margherite: la famiglia delle Asteraceae, infatti, conta circa 20.000 specie. Fra queste, le più diffuse e apprezzate come piante ornamentali e da taglio sono la Margherita Shasta, l'Echinacea Purpurea, la Gerbera, la Rudbeckia e il Chrysanthemum Coccimeum. Detta anche Margherita Gigante, la Shasta è una varietà perenne molto comune che spicca per la grande resistenza e per la facilità di coltivazione: i suoi fiori, di colore bianco, hanno una conformazione molto simile a quella delle piccole margherite bianche di campo. L'Echinacea, utilizzata anche per le sue proprietà terapeutiche, ha petali dal colore violaceo e capolino sporgente di grandi dimensioni. La Gerbera, invece, è una delle margherite più delicate e teme il calore molto intenso: viene spesso utilizzata come fiore reciso per l'ampia gamma di sfumature e per l'aspetto elegante delle sue corolle. Molto resistente alla siccità, la Rudbeckia è amata soprattutto per i suoi fiori "bicolori" dai petali giallo-bordeaux. Declinato in varie tonalità, il Chrysanthemum si distingue per una spiccata resistenza al sole e alla siccità.
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Le margherite prediligono i climi temperati, generalmente mai al di sotto dei 10 gradi. Per la delicatezza dei fusti e dei petali, queste piante temono il freddo e gli eventi climatici particolarmente aggressivi come la grandine e gli acquazzoni. Tutte le specie possono essere coltivate sia in vaso che in piena terra: l'esposizione ideale è, in tutti i casi, un ambiente luminoso e ben areato. Alcune varietà possono essere esposte anche al sole diretto, mentre altre (come le gerbere) manifestano una maggiore sensibilità al calore intenso e all'azione dei raggi ultravioletti. Sia in giardino che sul terrazzo è importante posizionare le piante in un luogo ricco di luce ma, al tempo stesso, ben riparato dagli agenti atmosferici avversi come la neve e il gelo; nei mesi più freddi, a tal proposito, è utile racchiudere le margherite entro una serra in legno o bambù con copertura superiore in plastica o tessuto a trama fitta.
Il terreno ideale per le margherite è ricco, umido ma sempre ben drenato. Se si decide di coltivare in piena terra, il substrato deve essere predisposto mescolando al terriccio una certa quantità di sabbia e di compost; in questo modo sarà possibile assicurare alla pianta un nutrimento ottimale evitando il rischio di ristagni idrici dannosi. Per arricchire il terreno, al momento della messa a coltura è possibile utilizzare un concime organico specifico per le margherite. Nel caso in cui la coltivazione avvenga in vaso è opportuno collocare uno strato di ghiaia sul fondo del recipiente per agevolare il deflusso dell'acqua. Il momento migliore per la semina è tra la fine dell'inverno e l'inizio della primavera (generalmente nei mesi di febbraio e marzo). Le piantine, invece, devono essere collocate in buche non eccessivamente profonde ed innaffiate abbondantemente nei giorni immediatamente successivi alla piantumazione.
Le margherite non necessitano di cure complicate: la loro coltivazione, infatti, è facile e alla portata di tutti. Per mantenere queste piante in buona salute ed ottenere una splendida fioritura, però, è importante non trascurare alcune regole di base che riguardano la posizione, il substrato e l'innaffiatura. In giardino o sul terrazzo, la collocazione ideale è in un luogo luminoso, al riparo dal vento e dal gelo. Il terreno deve essere mantenuto morbido, umido ma sempre ben drenato; la scelta ideale, quindi, è rappresentata da una miscela a base di terriccio e sabbia, da arricchire periodicamente con un concime naturale. All'inizio dell'estate, inoltre, è utile somministrare alla pianta un fertilizzante specifico una volta alla settimana. Nella stagione estiva, le irrigazioni devono essere molto abbondanti (anche due volte al giorno in caso di forte siccità), mentre in inverno possono limitarsi ad una innaffiatura una volta ogni due giorni. Dopo un periodo di pioggia intensa è opportuno attendere che il terreno si sia completamente asciugato prima di procedere ad ulteriori irrigazioni: si eviterà in questo modo la comparsa della muffa grigia sulle radici.
Le margherite possono essere colpite da varie malattie, sia parassitarie che fungine. Tra i parassiti più comuni di queste piante ci sono gli afidi e i trifidi: questi piccoli insetti invadono gli steli, le foglie e i fiori causandone la progressiva degenerazione. Sintomi della presenza di afidi e trifidi sono le piccole macchie sulle parti colpite e una crescita malformata dei petali e dei germogli. Per trattare una pianta di margherite colpita dai parassiti è possibile usare diversi tipi di prodotti, come il piretro oppure un insetticida specifico; l'irrorazione deve avvenire nel tardo pomeriggio o nella prima mattinata, avendo cura di evitare le ore più calde. I ristagni idrici e l'eccessiva umidità atmosferica possono intaccare le radici provocando la comparsa di funghi; queste malattie, come la muffa grigia, si manifestano con un improvviso ingiallimento del fusto e delle foglie al quale segue la progressiva morte della pianta. L'unico rimedio, in questi casi, consiste nella rapida eliminazione delle piante colpite per bloccare il propagarsi dell'infezione.
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