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Per effettuare correttamente una margotta è necessario procurarsi alcuni strumenti e materiali indispensabili. Un coltellino affilato, preferibilmente da innesti, è il segreto del taglio netto e pulito della corteccia, inoltre permette di sollevare l’anello da rimuovere senza dover usare le dita, vettori di agenti patogeni e muffe pericolosi per la pianta. Servono anche dei sacchetti di plastica, sia trasparenti sia neri, i primi per poter contenere il substrato e per poter verificare l’avvenuta radicazione, i secondi per ricoprire la margotta impedendo il passaggio della luce, ostacolo per la crescita delle radici. Saranno inoltre necessari dello spago, un pennellino ed un barattolo di ormoni radicanti, un prodotto sintetizzato che stimola la radicazione se cosparso sulla ferita o sul taglio. Questi composti sono disponibili in tutti i negozi di giardinaggio sotto forma di liquido o di polvere. Infine, servirà un substrato formato da sfagno, muschio e torba, materiali ideali per mantenere un elevato grado di umidità.
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La tecnica per eseguire la margotta è piuttosto semplice. Individuata la pianta bisogna scegliere quale tipologia di propagazione meglio si addica alle sue caratteristiche. Tendenzialmente si utilizza la margotta aerea, ovvero quella realizzata sul fusto o su una ramificazione. Per quella aerea, si seleziona un ramo lungo e all’altezza desiderata si praticano due incisioni distanti circa 2 cm seguendo la circonferenza del fusto. Bisogna penetrare nella corteccia per circa 2-3 mm e al termine si solleva con il coltellino la sezione di tessuto da rimuovere. Rimane in vista il legno vivo che manterrà sempre un afflusso minimo di sostanze nutritive alla parte apicale che deve radicare. Si cosparge dunque il taglio e la corteccia al di sopra di ormoni radicanti con il pennello, quindi si prende il sacchetto di plastica trasparente e si infila sul ramo. La base deve essere legata al di sotto del legno vivo con lo spago, in seguito si procede a riempirlo con il substrato inumidito. Si pressa bene il tutto e si chiude circa 5-10 cm al di sopra del taglio. Infine va ricoperto con la pellicola nera. Il periodo migliore è tra giugno e luglio, quando la diffusione della linfa è massima.
La margotta consiste in un taglio che crea elevato stress per la pianta, la quale si trova quasi completamente sprovvista di sostanze nutritive e, quindi, è costretta a radicare. Al fine di ottenere il risultato sperato è bene che il taglio sia netto senza lasciare i tessuti chiamati libro e cambio dove sono presenti i vasi linfatici. Le probabilità di successo aumentano monitorando costantemente l’umidità del terreno. Un substrato umido ma non zuppo, in associazione alle temperature calde di giugno e di luglio, crea un microclima adatto alla radicazione. Qualora si percepisse un’asciugatura della margotta, sarebbe necessario bagnare il terriccio tramite una siringa. È determinante la scelta della pianta su cui realizzare la margotta, infatti non tutti gli arbusti o gli alberi tollerano questo metodo, ad esempio le conifere. Un altro suggerimento per garantire il successo della propagazione è non disturbare la pianta cercando di vedere se abbia generato le radici. Esse inizieranno a nascere dopo poche settimane, già al primo mese le prime potranno essere viste attraverso il sacchetto trasparente ma, in generale, è meglio aspettare il mese successivo per avere un risultato sicuro.
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