
La produzione viti prevede inizialmente l'impiego della cosiddetta vergella, un gomitolo di sbarre in acciaio che prima di essere impiegato viene scaldato ad altissime temperature per circa trenta ore. Fatto questo, viene versato in una soluzione di acido fosforico per la rimozione della ruggine e subito dopo in una vasca di acqua gelida per pulirlo da eventuali rimanenze. La vergella viene dunque lavorata in due parti separate: una parte del metallo viene trattata per strutturare finemente i bulloni, l'altra viene lasciata a raffreddare per qualche giorno. Il capo superiore delle vite, infine, viene pressato sequenzialmente da una serie di dadi che ne schiaccia e ne arrotonda il collo per dare forma alla vera e propria testa della vite. Qualora necessario, la testa viene modellata da stampi di diverso tipo per farle assumere una forma differente.
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Creata la forma, determinata la dimensione e modellata la testa, si passa allo stadio finale della produzione viti: la filettatura. Per farlo, ogni vite viene condotta da un nastro attraverso dei rulli che imprimono sulla superficie di essa le dovute scanalature. Completato questo ultimo passaggio, tutte le viti prodotte durante il ciclo vengono scaldate per circa un'ora alla temperatura di circa 900°C-1.000°C, poi vengono subito raffreddate nell'olio. Lo sbalzo termico verificatosi lungo questi due passaggi rende il metallo rigido ma comunque fragile anche a pressioni ridotte. Per ovviare al problema, le viti vengono nuovamente infornate per un'altra ora e successivamente, a ciclo produttivo ormai prossimo al termine, affrontano tutta una serie di controlli qualità necessari a determinarne la buona riuscita.
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