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Per lungo tempo gli scienziati hanno tentato di incanalare l'energia solare. Non tutti sanno però che ci sono riusciti grazie ad Albert Einstein, che ne indirizzò l'operato indirettamente, con le sue ricerche sull'effetto fotoelettrico. I moduli assorbono i raggi solari grazie alle celle di silicio, ossia delle strutture realizzate con questo materiale (la base di quasi tutti i componenti elettronici) che permettono di trasformarli energia elettrica e convogliarli verso la rete a cui sono collegati. Installarli in abitazioni, aziende e luoghi pubblici permette di rispondere in parte al fabbisogno energetico del luogo e di risparmiare una notevole quantità di elettricità prodotta con fonti non rinnovabili. I progressi ottenuti negli ultimi anni hanno fatto sì che alcune strutture siano quasi autosufficienti grazie ai loro pannelli. L'efficienza di questo sistema, però, è fortemente condizionata da fattori come il clima locale.
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Queste caratteristiche dei moduli fanno emergere immediatamente i vantaggi che derivano dal loro utilizzo. Innanzitutto, il silicio, componente principale dei pannelli, non è una risorsa rara e pertanto la produzione dei pannelli è virtualmente infinita e non ha costi proibitivi. Il silicio è inoltre riutilizzabile: con gli scarti di lavorazione, fusi e riciclati, si realizzano altri pannelli. Il prezzo di queste tecnologie per privati e aziende è mantenuto alla portata di tutti dagli incentivi e dai fondi governativi, che da anni aiutano diversi soggetti a dotarsi di moduli. Infine, il vantaggio più importante: i benefici per la natura. Il fotovoltaico è tra le risorse più pulite ed ecosostenibili in assoluto e la sua diffusione migliorerà progressivamente il rapporto tra l'uomo e l'ambiente. Il singolo modulo, nel suo arco di vita, produce 10 volte l'energia che è servita per crearlo: ciò implica che ognuno di essi può contibuire a crearne altri dieci.
È il silicio a permettere la trasformazione dell'energia solare in energia elettrica all'interno del pannello, assorbendo i raggi del sole. Esistono varie modalità di disposizione dei cristalli di silicio all'interno del modulo e quella chiamata monocristallina è la più efficace in termini di rendimento. Il modulo monocristallino, infatti, è formato da varie celle di un colore blu scurissimo o addirittura nero, al cui interno è presente un singolo cristallo di silicio purissimo. Ciò lo rende il più potente per quanto riguarda la potenza media, che su un modello standard, generalmente di 1,3 metri quadrati circa, varia dai 150 ai 180 watt. Tuttavia, questa potenza è sprigionata al massimo soltanto quando il sole è a picco, perché l'orientamento dei cristalli è univoco. Ciò li rende perfetti per le installazioni a inseguimento. Esistono molte altre tipologie di modulo, come quelli pluricristallini, quelli in silicio amorfo e quelli a concentrazione.
Sarà utile in particolare fare un confronto tra i moduli monocristallini e i pluricristallini, le due tipologie più utilizzate da aziende e privati.
Il loro rendimento complessivo, così come il costo, non è dissimile. I monocristallini sviluppano più potenza, tra il 14 e il 17%, ma soltanto quando il sole è a picco; i pluricristallini rendono invece tra il 12 e il 14%, ma durante buona parte del giorno. Il silicio nelle loro celle, infatti, è orientato verso varie direzioni e incontra anche i raggi solari più bassi, senza però assorbirne in grande quantità. In assoluto non c'è dunque un pannello migliore, ma dipende dal contesto di utilizzo.I moduli pluricristallini si differenziano esteticamente per le celle squadrate, di un blu più chiaro.Un'ulteriore differenza da considerare nella scelta tra le due tipologie è che i mono hanno una durata leggermente superiore nel corso del tempo, mentre i pluri risentono meno dello sporco sul pannello.I moduli fotovoltaici hanno un ciclo di vita, al termine del quale vanno smantellati perché il loro rendimento diviene troppo basso e sconveniente.
Un buon pannello, di norma, dura oltre 25 anni. Questo è uno dei motivi per cui investire nel fotovoltaico è una scelta saggia; in realtà essi potrebbero durare molto di più, ma di fatto la loro struttura subisce nel corso del tempo una perdita di rendimento progressiva quantificabile in una cifra che si aggira intorno all'1% ogni anno. Ciò significa che dopo 25 anni la potenza nominale sviluppata dal modulo cala al 75%.Ciò non toglie assolutamente al fotovoltaico l'immensa utilità che detiene nel sostenere i consumi elettrici di famiglie e aziende. Inoltre, pensate a quanti benefici possa apportare alla natura un modulo nei suoi 25 anni di vita: il fotovoltaico rappresenta un grande passo in avanti verso la sostenibilità ambientale.
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