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Il gelsomino classico è quello bianco, detto anche officinalis. È una pianta rampicante con fusti sottili e squadrati e foglie divise da 5 a 7 foglioline, quasi sempre senza picciolo. Da metà estate a metà autunno all'apice dei fusti sbocciano grappoli di lunghi fiori tubulosi, molto profumati. I fiori sono quasi sempre bianchi e a volte rosa pallido. Invece il gelsomino ha un solo fusto lungo, che verso l'alto ramifica abbondantemente. Le sue foglie sono composte da 5 a 7 foglioline. I lunghi fiori tubulosi, profumati, prodotti in grandi infiorescenze all'ascella delle foglie vicino all'estremità del fusto, sono rosa all'esterno e bianco candido all'interno. Fioriscono da fine inverno a metà primavera. Le giovani piante sono particolarmente apprezzate dai coltivatori perché fioriscono bene quando hanno soltanto sei mesi.
Il gelsomino ha bisogno di luce viva e, per fiorire, di un po' di luce solare diretta, ma non quella di mezzogiorno. Queste piante vivono bene in un ambiente piuttosto fresco: la temperatura ideale si aggira intorno ai 15°C. Durante il periodo vegetativo, bisogna bagnare abbondantemente il gelsomino, quanto basta a mantenere completamente umida la miscela. Infatti il gelsomino ha bisogno di una maggiore quantità d'acqua per potersi sviluppare e fiorire al meglio. Tuttavia è fondamentale evitare ristagni idrici che possano far marcire le radici. Negli altri periodi, è necessario bagnare soltanto in modo tale da inumidire il terreno; inoltre è bene lasciare che la parte superiore della miscela in cui cresce la pianta si asciughi tra un apporto d'acqua e l'altro. Le stesse regole valgono anche per la concimazione: durante il periodo vegetativo, infatti, si deve somministrare un fertilizzante liquido ogni due settimane, così da favorire la nascita dei fiori e delle foglie.
Per l'invasatura e la rinvasatura del gelsomino bisogna usare una miscela a base di terriccio universale. In estate si consiglia di trasferire le piante giovani di gelsomino mesnyi e di gelsomino polyanthum in vasi di una o due misure superiori. Per quanto riguarda il gelsomino bianco, invece, il rinvaso va effettuato all'inizio della primavera. Quando il vaso raggiunge un diametro di 20- 24 cm, non si effettua più il rinvaso, ma si sparge annualmente della miscela fresca sulla superficie. La propagazione del gelsomino avviene per talea: a metà estate o all'inizio dell'autunno si tagliano corte talee apicali, prelevate proprio sotto un nodo (in alternativa si possono prelevare all'inserzione dei rami e devono avere attaccata una piccola sezione del fusto principale) per poi piantarle in vasi di 8 cm, riempiti con miscela umida di torba e sabbia in parti uguali. A questo punto si ricoprono i vasi con sacchetti di plastica e li si colloca alla luce viva. Quando le giovani piante sono ben sviluppate dopo circa 4 settimane le si trapianta in vasi di 10 cm con miscela a base di terriccio.
Per stimolare le talee che hanno appena radicato a produrre parecchi germogli vegetativi, si consiglia di prelevare l'apice del fusto principale quando è lungo circa 30 cm. Il gelsomino cresce rapidamente e ha bisogno di essere cimato e possibilmente drasticamente potato; di conseguenza è bene accorciare i fusti che hanno fiorito fin dove richiesto. Tuttavia, quando si pota una pianta per ridurne l'altezza o l'espansione, talvolta non si raggiunge lo scopo proprio perché la potatura stimola lo sviluppo. Se una pianta è diventata decisamente troppo alta e si vuole conservarla, bisogna portarla di almeno mezzo metro. In questo modo passeranno alcuni anni prima che problema si ripresenti. Alcuni rampicanti d'appartamento, come la bouganvillea e il gelsomino, si sviluppano così rapidamente che possono richiedere una notevole potatura dopo ogni stagione. All'occorrenza bisogna potare sia i rami laterali a filo che i fusti principali. Nel caso che si preferisca avere un fusto unico, si tagliano tutti i germogli laterali alla base non appena compaiono.
Le piante di gelsomino in vasi da 12 a 20 cm dovrebbero essere mantenute ad un'altezza di circa un metro. Un modo di mantenerle entro limiti ragionevoli è quello di guidare i nuovi germogli intorno a un cerchio di fil di ferro. Il gelsomino va legato al suo sostegno come qualsiasi altra pianta. Bisogna fare delle legature piuttosto larghe a forma di otto: se legato troppo stretto, un fusto può attorcigliarsi oppure strozzarsi e la parte sopra la legatura può morire. Non si deve aspettare troppo a lungo prima di legare la pianta al supporto, perché i fusti si sviluppano rapidamente e diventano così robusti che l'operazione di legatura può presentare difficoltà. Le continue legature sono necessarie perché il gelsomino è un vero e proprio rampicante con fusti legnosi e, nel suo habitat naturale, si arrampica attraverso la vegetazione circostante. Se queste piante non vengono man mano legate ai loro sostegni, diventano rapidamente un groviglio di fusti.
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