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Ai produttori il decreto intimava di rendere noti al consumatore tutti i possibili rischi causati dalle caraffe, nonché di fornire tutte le informazioni necessarie sulle modalità di manutenzione. Ben presto si aprì un'inchiesta curata dal procuratore Raffaele Guariniello. Sotto accusa finì in particolare la ditta "Britta", dato che alcune delle sue caraffe erano risultate pericolose. Alcune analisi, infatti, stabilivano che il filtro avrebbe rilasciato ioni di ammonio in quantità superiore alla norma, causando grossi rischi ai consumatori, specie se affetti da disfunzioni renali. Sebbene nel tempo le caratteristiche di questi oggetti per la casa siano migliorate, i dubbi restano, e i rischi pure. In generale, infatti, l'acqua filtrata non possiede le qualità organolettiche originarie e presenta valori superiori alla norma anche per quanto riguarda potassio e sodio, procurando problemi gravi a diabetici e cardiopatici, ma anche a chi è perfettamente in salute.
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Se il filtro della caraffa non viene periodicamente pulito o sostituito, i problemi possono aggravarsi. Infatti, in mancanza di un'accurata manutenzione, il filtro può rilasciare nell'acqua metalli pesanti come l'ammonio o l'argento. Il risultato ? L'acqua, che dovrebbe essere l'elemento benefico per eccellenza, potrebbe diventare tossica o addirittura cancerogena. Per non parlare delle spese. Un filtro costa in media dai 60€ agli 80€, e di questi tempi si tratta di un'uscita periodica tutt'altro che irrisoria. Molto meglio bere dal rubinetto: l'acqua viene periodicamente controllata, è a costo zero e non inquina. Se proprio il sapore dell'acqua di casa vostra non vi piace, e non volete spendere inutili soldi per comprare le bottiglie di plastica, scegliete caraffe che siano controllate al meglio, certificate e prodotte da ditte italiane che non si sottraggano dall'incombenza di rivelare gli eventuali rischi connessi all'utilizzo dei loro prodotti.
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