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Un buon intervento d'impermeabilizzazione coperture non può prescindere da una corretta realizzazione delle opere murarie e di tutti i dispositivi di smaltimento delle acque piovane o della neve che, depositandosi a lungo sui tetti e sui lastrici solari, causerebbe anch'essa infiltrazioni durante lo scioglimento. Vanno quindi studiate e predisposte le necessarie pendenze, installati bocchettoni e pluviali di dimensioni adeguate alla superficie della copertura (più essa è estesa, maggiore sarà la quantità d'acqua piovana che raccoglierà) e provvisti di reti antifoglie, grondaie ed ogni altra opera necessaria. A protezione di eventuali muretti e lungo il perimetro di coperture piane, potranno essere poste in opera scossaline in lamiera provviste di bordo rompigoccia. Esse dovranno essere zincate, possibilmente verniciate, o in alluminio.
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Una volta adottati gli accorgimenti propedeutici, si potrà procedere alla posa in opera dell'impermeabilizzazione coperture. I materiali disponibili variano a seconda della tipologia di copertura, delle caratteristiche climatiche della zona, della conformazione della superficie e dell'eventuale posa successiva di pavimenti, come nel caso di lastrico solare. Fino agli anni '60-'70, l'impermeabilizzazione coperture veniva realizzato cospargendo le superfici di catrame a caldo (pece) e ricoprendole poi con calce idrata per evitare che il nero del manto impermeabilizzante trasferisse il calore dei raggi solari all'interno. Oggi, invece, sono in commercio guaine bituminose di vario spessore in rotoli, armate con fibra di vetro e, all'occorrenza, rivestite in film di alluminio riflettente o in graniglia di ardesia o quarzo. Vanno applicate a massetto asciutto e pulito, previa applicazione di primer bituminoso liquido e con l'ausilio di cannello a gas, mediante il quale viene scaldato il lato nudo, in modo da rendere il bitume morbido e adesivo. In alternativa, esistono le nuove guaine bicomponente (polvere + lattice), da applicare a spatola, o liquide, applicabili a rullo o a pennello.
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