Il Cactus appartiene alla grande famiglia delle cactacee che comprende 3000 famiglie e 120 generi e, sebbene rientri nell'ordine delle Caryophyllales - a cui appartengono barbabietole, spinaci, grano saraceno ma anche garofani e bouganvillea - si ascrive a pieno diritto tra le piante grasse. Come queste ultime, chiamate più propriamente piante succulente, si sono adattate agli ambienti più aridi sviluppando peculiarità fisiologiche che si sono tradotte in morfologie del tutto caratteristiche e che rispondono in tutti i casi ad un'unica esigenza: conservare l'acqua, la risorsa più preziosa per la vita di una pianta. Le foglie quindi sono diventate spine, caratteristica imprescindibile di questa famiglia, mentre il fusto è costituito da un tessuto apposito, il parenchima acquifero, che funziona come una sorta di spugna in cui le grandi cellule che lo compongono sono in grado di assorbire abbondanti quantità di acqua. Questa viene conservata grazie ad alcuni accorgimenti anatomici come l'inspessimento del derma o la secrezione di cere idrofobiche protettive. Caratteristiche queste, che variano da specie a specie anche a seconda del grado di siccità e di caldo a cui sono esposte.
Fusti che assumono la funzione e il colore delle foglie, spine di diversa forma e grandezza che si dispongono secondo geometrie variabili e configurazioni strane , pelurie (tricomi) che producono vari effetti nuvola e che aiutano la pianta a resistere alle perdite d'acqua per traspirazione, costituiscono l'indubbio fascino dei Cactus. Ma la meraviglia più grande del Cactus è probabilmente la sua fioritura, che viene spesso ritenuta un evento raro: eppure quando è ben mantenuta questa pianta è in grado di fiorire anche ripetutamente sviluppando fiori di varie dimensioni e colori sgargianti: dal rosso al viola, dal bianco al giallo, un fiore a volte più grande della pianta. Purtroppo sono di breve durata, a volte solo poche ore, alcuni sono fotosensibili e si aprono completamente solo nelle giornate di sole, altre specie hanno una fioritura notturna, perché vengono impollinate da insetti notturni, come le falene, oppure dai pipistrelli. Il periodo di fioritura varia da specie a specie e, in alcuni casi, possono passare svariati anni prima che la pianta raggiunga lo stadio della fioritura, il Saguaro attende per il suo primo fiore 80 anni.
Poiché il Cactus è abituato a sopravvivere in condizioni climatiche estreme nutriamo spesso la convinzione che la sua coltivazione sia semplice. La nostra passione subisce delusioni enormi però quando lo vediamo inesorabilmente accasciarsi o, con nostra grande meraviglia ingiallirsi e seccare. Il problema è che, come qualsiasi altra pianta anche le cellule del Cactus instaurano un delicatissimo equilibrio con l'acqua: se è troppa le cellule si gonfiano e scoppiano, se è troppo poca le cellule si disidratano e raggrinziscono. Risultato? La morte del nostro cactus. E' fondamentale quindi il substrato in cui cresce il Cactus, che non deve essere troppo compatto. In questo caso risulterebbe asfittico per le sue radici delicate e tratterrebbe troppa acqua. Inoltre, in queste condizioni viene favorito l'attecchimento di muffe che lasciano in pochi giorni una massa molle e putrescente al posto del Cactus. Un substrato ideale è formato da terriccio universale o torba mescolato a sabbia di fiume. Anche un terzo di pomice e un terzo di lava rossa, ovvero un substrato prevalentemente minerale, costituiscono un drenaggio che si rivela perfetto anche per liberare le radici per il travaso.
La passione per il Cactus ha dato vita alla cactofilia con la particolarità che l'amante di questa specie succulenta vuole generalmente conoscere tutto delle piante a cui si dedica, partire dal corretto nome scientifico che spesso è affascinante e misterioso, e sulle cui declinazioni spesso i botanici si sono sbizzarriti: che dire della Parodia suprema o della Malamujer? Il cactofilo inoltre acquista le sue piante in vivai specializzati, con il nome della località dove è stata reperita la specie. Ogni anno cerca di seminare il suo Cactus preferito, o comunque cerca di riprodurlo: la riproduzione per talea è abbastanza semplice, basta interrare anche una piccola porzione di gemma o di polloni, nel caso di fico d'india e simili è sufficiente una parte di pala. L'aspirante esperto di Cactus sperimenta nuovi substrati e non demorde di fronte alla perdita di un esemplare: il vero cactofilo ne possiede così tanti da doversene disfare, regalandoli ad amici e parenti, e se già non ce l'ha, sogna di avere una collezione e una serra che la contenga. Perché di certo c'è che all'interno degli appartamenti, al chiuso e in inverno vicini ai termosifoni queste piante soffrono e spesso muoiono.
La grandezza delle varietà di Cactus è estremamente variabile da pochi centimetri a 22 metri, la caratteristica che appartiene a quasi tutte queste specie è la lentezza con cui si sviluppano. Il Cactus è in grado di sfruttare anche la pioggia leggera poichè ha radici vicino alla superfice del suolo. Le acque vengono rapidamente raccolte dalle radici e stoccate nello spessore, espandibile dei fusti, e destinate all'utilizzo nella lunga siccità estiva. I fusti carnosi del Cactus a forma di barilotto hanno pieghe come quelle delle fisarmoniche e si restringono fin quando l'umidità si esaurisce. Queste pieghe fungono anche da canale per l'acqua alla base della pianta durante le pioggie. Quando l'acqua non è disponibile, in estate per esempio, molte piante del deserto perdono le foglie e diventano dormienti. Il Cactus continua la fotosintesi perché ha spine fisse invece di foglie. I fusti verdi producono nutrimenti per la pianta e i pori infossati, insieme al rivestimento ceroso, consentono una minore perdita di acqua. I pori si chiudono durante il giorno e si aprono di notte consentendole il ricambio. L'idea del travaso intimidisce? Esistono guanti adatti anche al re delle spine.
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