Ernia del cavolo

Come si riconosce l'ernia del cavolo

Tra le possibili malattie che possono colpire le piante, l'ernia del cavolo è sicuramente una delle più temibili. Non solo le piante devono essere attentamente distrutte, meglio ancora se bruciate, ma anche il terreno rimane infetto. L'ernia del cavolo è un fungo, e precisamente il Plasmodiophora Brassicae, che attacca sia il fusto che le radici delle piante di cavolo. Si riconosce perché si presenta come un rigonfiamento bianco a forma di grappolo. Quando la pianta è colpita, le foglie avvizziscono, marciscono ed infine seccano. Le spore del fungo rimangono nel terreno e possono sopravvivere per 5 - 7 anni. Appena ci si accorge della presenza della malattia bisogna estirpare e distruggere piante e radici ed irrorare con anticrittogamici a base di zolfo le eventuali altre piante ancora sane. Per non correre rischi, nell'acquisto di semi e piantine, conviene rivolgersi a venditori di fiducia, che garantiscono esemplari non infetti.
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Ernia del cavolo: Come prevenire l'ernia del cavolo

Piante di cavolo e di menta La prevenzione è fondamentale vista la gravità della malattia e si attua con diverse strategie.Innanzitutto, un paio di settimane prima della semina delle cavolacee è opportuno concimare il terreno con calciocianamide, un composto che contiene azoto e calcio e va distribuito a una profondità di circa 10 cm e lasciato riposare affinché diventi azoto disponibile. Per favorire il processo, mantenere una buona umidità.Il terreno preferito dal fungo ha un'acidità inferiore a Ph 6, quindi occorre mantenere il valore superiore a questo grado. Per cercare di contrastare l'insorgenza dell'ernia del cavolo vale la regola di non seminare per più anni consecutivi le stesse specie nel terreno, ma alternare le colture. Le crucifere come cavoli e rape vanno alternate con leguminose: fagioli, piselli e simili.Un accorgimento consiste nel piantare menta piperita tra i cavoli: sembra che gli stoloni della menta contengano una sostanza antagonista del fungo.

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