L’ottenimento, i requisiti e ogni cosa concernente il certificato di idoneità abitativa viene regolato mediante una serie di normative stabilite dalla legge. Nello specifico tale materia viene gestita dai comuni prendendo in esame il decreto ministeriale del 5 luglio del 1975 secondo gli ordini emanati dalla circolare 7170 del 18 novembre 2009. All’interno del decreto ministeriale precedentemente citato vengono sanciti tutti i requisiti sia a livello sanitario o igienico o strutturali che un locale deve possedere per poter ottenere il suddetto certificato. La valutazione riguarda parametri come la superficie per ogni occupante, presenza di finestre, e l’aspetto igienico del luogo preso in considerazione. I requisiti variano naturalmente a seconda della ubicazione dell’immobile preso in esame o a seconda della tipologia di locale (monolocale o immobile con più stanze).
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Innanzitutto vi è da considerare l’altezza minima del soffitto che deve essere alto almeno 2,70 metri in ogni stanza. Tale limite può abbassarsi fino a 2,40 metri in caso si consideri l’altezza per corridori, bagni ripostigli. Infine vi è da citare che nei comuni ubicati sopra 1000 metri l’altezza minima è di 2,55 metri. Un altro parametro molto importante è lo spazio per ogni abitante, infatti ogni soggetto deve avere per sè 14 metri quadri fino al quarto occupante, dal quinto in poi il limite scende a 10 metri quadri. Le stanze dove generalmente si dorme devono essere di almeno 9 metri quadrati, mentre il soggiorno o stanze da letto occupate da due persone devono essere di 14 metri quadrati. Infine va citato anche il fatto che ogni stanza deve essere provvisto di finestre o sistemi di aerazione per lo smaltimento di fumi.
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